Non so ancora come mi è
venuta la brillante idea di mettere a posto la scarpiera. Sono
circondata, letteralmente. Non c'è una sola mattonella del pavimento
libera. Ne ho moltissime eppure non ho mai quelle giuste. Credo che
questa sia la riprova del fatto che i pubblicitari sanno fare il loro
lavoro egregiamente. La mia scarpiera (ma anche il mio armadio)
rappresenta al meglio l'attuale stato confusionale che regna nella
mia testa, è necessario fare ordine, fuori e dentro. C'è un tale
casino che non so nemmeno da dove iniziare, mi vien voglia di
ributtarle tutte dentro la scarpiera e rimandare a data da
destinarsi. Calma, iniziamo logicamente dall'inizio. La prima scarpa
che ho profondamente amato è stata la ballerina. Mi ricordo ancora
quelle che possedevo a cinque anni, un paio bronzo, modello classico
con fiocchino e un paio scamosciate fucsia con l'elastico. Le ho
portate allo sfinimento. Poi negli anni si sono succedute in mille
colori e varianti, passando per quelle immancabilmente bianche per la
prima comunione. C'è stata poi la fase del rifiuto, quella delle
scarpe da tennis in ogni stagione e in ogni occasione. Dopo qualche
anno sono tornate, irriducibili, a invadere la mia scarpiera e sono
arrivate fino ad oggi dandosi il cambio trend dopo trend. Mi duole
dirlo ma, a quasi 23 anni, inizio a sentire i primi acciacchi.
Dopo otto ore lavorative in piedi, le mie estremità raggiungono le
dimensioni di due scialuppe di salvataggio. Quindi via le ballerine
di Zara 100% plastica, deliziose ma causa di un'infinità di galle da
sfregamento. Via quelle firmate, prese a sconto anche
se erano un numero più piccolo, “Sono troppo belle! Tanto poi
cedono!”. Gli unici a cedere sono i miei piedi. Da qui è
partita la mia ricerca che si è conclusa in maniera stranamente
rapida e felice. Ho acquistato un paio di Bagllerina, non ho
sbagliato a scrivere, è proprio questo il nome dell'azienda francese
che realizza queste calzature. Il prezzo non è propriamente democratico ma
nemmeno proibitivo, la mia bisnonna diceva sempre “chi più spende
meno spende”. In effetti se fate un conto di quanti prodotti
low-cost sono da buttare dopo tre volte che li calzate vi accorgerete
che l'investimento vale la pena. Una giustificazione valida al prezzo? Sono un
guanto. Provare per credere. Decisamente le più comode che io abbia
mai provato. Personalmente ho scelto il modello nero che vedete qui
sotto.
Sul sito e sulla fanpage di Facebook potete farvi
un'idea dei modelli e dei colori disponibili.
Se non trovate un
rivenditore nella vostra zona, c'è la possibilità di comprare online tenendo presente che la vestibilità francese è leggermente diversa
dalla nostra. Io porto solitamente un 39 ma ho preso un 40, quindi
abbondate. Sono sicura che non vi pentirete dell'acquisto.